Non è il toto scommessa degli ormai prossimi esami di maturità bensì un modus vivendi.
Oggi vi parlerò di una visione. Il titolo potrà avervi tratto in inganno. Ma volutamente rivolgo questo articolo ai più giovani. Il futuro è nelle loro mani. Grazie agli studi possono affinare le proprie sensibilità culturali e riuscire ad avere “εὐζωΐα”.
In questo momento della loro vita devono far tesoro di tutte le esperienze. Ogni dettaglio può essere prezioso. Devono cogliere il bello.
La funzione del bello nell’arte come elemento essenziale nella vita dell’uomo.
No, non è una delle tracce maturità.
È il tema della prima edizione del Meneghetti International Art Prize. Un concorso che ha visto la partecipazione di 341 artisti di 32 differenti paesi.
Una volta conosciuti i nomi dei vincitori non potevo non pensare e rivolgere il mio pensiero ai maturandi.
A coloro che si apprestano a concludere un capitolo assai importante delle proprie vite.
Alti e bassi in un vortice di esperienze, anche culturali. Le gite tra un museo e una tresca amorosa, un libro letto perché “assegnato” e un libro letto per piacere. Questi saranno i ricordi più importanti e probabilmente poco ricorderanno in futuro delle tracce maturità. Sono i giovani che potranno rendere il mondo un posto migliore. Bisogna accudirli e accompagnarli in questo percorso di coscienza critica non solo culturale.
E dopo questa premessa romantica ecco i nomi dei vincitori.
Vincitore della sezione pittura è stato Paolo Amico per l’opera Riflessioni. La motivazione: “perché l’opera rappresenta una riflessione sulla modalità di fare pittura oggi riconsiderando una visione analogica del mondo. La luce riporta il tema della bellezza dell’arte”.
Ad Arnd Christian Muller (Germania) è andato il premio per la sezione scultura. La sua opera è Sound Field. Per la giuria “l’opera è una combinazione di martelli unici fatti a mano in una composizione che fa sì che, quando questi sono insieme e sono attivati, si generi un gioco sonoro che si riverbera nell’ambiente acquisendo una spazialità differente. E i martelli rappresentano l’operatività dell’uomo faber e dell’uomo ludicus”.
Il premio per la sezione design è stato assegnato all’artista brasiliana Lygia de Almeida Marques per l’opera “Uomo con cappello”. La motivazione: “Partendo dalle tre linee e un punto, secondo la declinazione classica del pieno e del vuoto costruisce un elemento artistico che illumina il volto della persona che lo indossa”.
Per la sezione moda, è l’italiana Sophie Muhlmann ad essersi aggiudicata la vittoria con “Bello, dichiarazione”. La giuria ha premiato questa creazione per “La semplicità e l’eleganza classica sottolineata dalla scritta ricamata sull’abito si completa con la sensibilità della dichiarazione di Bellezza a margine dell’opera”.
Ciascun vincitore si è aggiudicato la somma di 5.000 euro, la pubblicazione di un catalogo, una mostra dedicata e un periodo di soggiorno a Lìzori, suggestivo borgo umbro fra Assisi e Spoleto.
Il premio rientra nel programma dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale per la valorizzazione della cultura umanistica.
La finalità è quella di promuovere l’espressione artistica come anelito al bello. Viene offerta così l’opportunità a tutti gli artisti di favorire questa ispirazione incoraggiando un’educazione all’arte che generi bellezza e che trasmetta valori positivi al fruitore dell’opera artistica.
La giuria del premio presieduta da Pamela Bernabei, Presidente della Fondazione di Ricerca Scientifica ed Umanistica Antonio Meneghetti (CH), e con la direzione artistica di Ermanno Tedeschi, curatore e critico d’arte, è composta da docenti, direttori di musei e artisti: Franco Marrocco, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera; Masayuki Koorida, Direttore dello Shanghai Sculpture Center; Werner Meyer, Direttore del Museo Kunsthalle Göppingen; Tom Moran, capo Curatore Grounds for Sculpture di Hamilton, New Jersey; Riccardo Cordero, Scultore, artista, già docente presso Accademia delle Belle Arti di Torino; Licia Mattioli, Vice Presidente per l’Internazionalizzazione – Confindustria e A.D. Mattioli SpA; Bruna Biamino, coordinatore del Dipartimento di Fotografia dello IED di Torino.
Istituita nel 2007, la Fondazione è un ente no-profit svizzero con lo scopo di promuovere una visione della vita secondo i principi dell’Umanesimo, declinato come cultura pratica di filosofia, scienza e arte, attraverso l’esercizio più alto delle facoltà umane dell’individuo.